Il titolo della mostra, che comprende oltre trenta opere degli anni Duemila, indica come Zaffaroni sia un artista estremamente eclettico e raffinato, sempre attento all’evoluzione dell’arte contemporanea che lo ha spinto verso metodologie e tecniche esecutive sempre più innovative
La Fondazione Luciana Matalon di Milano in collaborazione con Colonna Arte Contemporanea di Appiano Gentile (CO) presenta dal 22 marzo al 1° aprile 2023 la mostra di Dario Zaffaroni dal titolo “Fluo-Geometrie”.
Artista di spicco del panorama italiano contemporaneo, Dario Zaffaroni ha sempre caratterizzato il suo percorso di ricerca all’insegna della sperimentazione di nuovi linguaggi e mezzi di comunicazione creativa.
Si è focalizzanto sempre più sull’interazione cromatica del fluorescente tra razionalità e sensibilità attraverso l’accostamento e l’intersecazione di nastri cromatici a gradiente fluorescente che danno fenomeni percettivi e cinetici sempre differenti.
Questi suoi interessi sempre più marcati sulla percezione cromatica e cinetica, ove la geometria delle linee e la variazione della superficie crea suggestioni ricettive-ondulatorie negli occhi di chi osserva, nascono negli anni Sessanta dal profondo sodalizio spirituale e artistico con Dadamaino.
Con lei firma installazioni artistiche come il progetto Environnement lumino-cinétique sur la place du Chatelet a Parigi su invito del Centre National d’Art Contemporain, e dalla frequentazione di importanti artisti dell’avanguardia milanese quali Colombo, Calderara, Minoli, Scaccabarozzi, Tornquist, Varisco.
Tutte le sue opere nascono dal connubio tra sensibilità cromatica, intuito e razionalità, che permettono all’artista di arrivare a combinazioni e accostamenti di colore audaci, artisticamente evoluti e impattanti, orientando la percezione visiva di chi osserva.
“La peculiarità dei miei lavori, dettati dal bagliore dei fluorescenti” – sottolinea inoltre lo stesso Zaffaroni – “consiste anche nel voler attrarre lo sguardo dell’osservatore e renderlo partecipe, attraverso il suo movimento, alla ricerca della mutevole cromo-geometria composta”.
In mostra a Milano anche alcune opere dei primi cicli “lumino-cinetico” che Zaffaroni mise a punto nel 1969 insieme con Dadamaino, ossia i “Rulli”: giochi visivi in movimento tra colore e forma che li rendono tra i lavori ancora oggi più interessanti, dalle dinamiche percettive particolarmente suggestive.
L’astrattismo geometrico di Dario Zaffaroni in forme ricercate è leitmotiv della propria interpretazione estetica, una forma d’arte in costante evoluzione che rende riconoscibilissime e inequivocabili le sue opere, dove la cura rigorosa dei dettagli non è assolutamente casuale e amplifica la forza che le irradiazioni luminose hanno sulla psiche e le emozioni delle persone.