In mostra il “corpo a corpo” in solitudine che Alessandra Baldoni ha avuto il privilegio di avere con opere d’arte di inestimabile valore, ma in un momento di vulnerabilità, prive della loro sacralità
Essenziale ed evocativa.
La nuova mostra di Alessandra Baldoni narra uno smarrimento di fronte a una transizione epocale di un luogo come la Galleria Nazionale dell’Umbria che oggi guarda avanti con nuovi modi di raccontare l’arte, tra passato e contemporaneità.
I dittici fotografici in mostra a Milano riflettono sulla trasformazione e la persistenza del sacro e del sublime in una fase di passaggio.
L’artista estrapola frammenti e isola dettagli di opere meravigliose mettendoli a confronto con strumenti semplici ma fondamentali di ogni trasformazione architettonica come un groviglio di cavi, una spina, un tassello nel muro, dei chiodi o un rotolo di pluriball.
Ricordo il silenzio, il mio muovermi cauta e stupita tra opere movimentate, segni lasciati sul muro come una sacra usura, chiodi e buchi che richiamano il sangue di piedi trafitti lì accanto;
Leoni dal fiero sguardo e fili scomposti, prese che portano la luce che si posa sulle aureole degli angeli, imballi e carte a proteggere qualcosa di prezioso, il divino consumato dal tempo, stuccature, viti.
E poi la polvere, l’imperfezione in attesa di guarigione, i volti di santi martiri, angeli e divinità come appesi a una domanda: loro, gli eterni, che si chiedono del futuro, in attesa del cambiamento, della rivoluzione.
Il caos generato durante la fase di riallestimento della Galleria Nazionale dell’Umbria, insieme ai segni-impronta lasciati dalle opere staccate dalle pareti o spostate dal pavimento, diventano tracce di un trapasso temporaneo, trasformando opere d’arte che solitamente incutono stupore e rispetto in esistenze fragili e vulnerabili del sublime.
Le opere esposte, ognuna delle quali rimanda idealmente all’altra senza per questo arrivare mai a una narrazione lineare, sono accompagnati da brevi suggestioni poetiche scritte dalla stessa artista, dove immagini e parole assumono la stessa valenza.
La mostra, patrocinata dalla stessa Galleria Nazionale dell’Umbria, è accompagnata da un photobook dedicato in 40 esemplari firmati e numerati e da un libro d’artista in 30 copie contenenti una stampa Fine Art di Alessandra Baldoni.
Comunicato stampa A.Baldoni, Pigre divinità e pigra sorte