Una pittura dalla profonda visceralità, dal linguaggio informale materico ricco e denso che sono esse stesse entità tangibili e vive, dove ciò che conta è la materia, da cui tutto prende forma e ha inizio
Il valore della fisicità incontra l’essenza stessa dell’arte nella nuova mostra di Antonio Melchiorre intitolata “Astrazioni Liriche”, in programma allo Studio d’Arte Melchiorre a Pusiano sul lago di Como dal 20 aprile al 23 giugno 2024 e curata da Flaminio Gualdoni.
In un’epoca dominata da un’estetica talvolta distante dall’esperienza sensoriale diretta, Melchiorre propone una pittura dalla profonda visceralità. Evitando ogni fascinazione per una pittura analitica, l’artista si immerge nell’esplorazione della fisiologia pittorica, abbracciando le materie con un’intensità che va oltre il mero gesto creativo.
Le opere dal linguaggio informale materico ricco e denso di Antonio Melchiorre non sono semplici rappresentazioni di oggetti o concetti; sono essi stessi entità, realtà tangibili e vive. Ciò che affascina Melchiorre è quello che, nelle parole di Pablo Picasso era “il sole nel ventre”, ovvero l’intuizione primordiale della vita e della forma. Ecco perché nei suoi dipinti il segno sfugge a sé stesso per irradiare di significato la materia, la vera essenza da cui tutto prende forma.
L’opera di Antonio Melchiorre, nato nel 1961 in Abruzzo, si distingue per la sua profonda capacità di trasmettere emozioni viscerali, per una pittura che vuole oltrepassare gli schemi e le regole del linguaggio pittorico tradizionale. La materia turgida e ricca dei suoi dipinti è espressione di un’arte plastica istintuale e soggettiva dove il colore non è il solo elemento che maggiormente la definisce. Paritetico è infatti l’impiego del catrame, il supporto di tele di juta e canapa, nonché la frattura fisica dello spazio dell’opera con cuciture verticali e orizzontali di lembi di tela, a evidenziare la forte connessione introspettiva della sua arte.
Scrive Flaminio Gualdoni nel suo testo in catalogo: “Quella di Melchiorre è una pittura di frequenze, di tensioni e mutazioni, da cui nasce l’immagine non come organismo formato, ma come pura possibilità di formazione.”
Tutte le venti opere esposte a Pusiano, la maggior parte delle quali realizzate ad hoc per la mostra, mostrano un’anima e un corpo. Non sono solo espressioni di un pensiero e di un sentire, ma la dichiarazione d’intenti di una mente che non smette mai di indagare; ricerca che è alla base della sua stessa espressione pittorica, dove spazio, forma, materia e colore riescono a rimanere in perfetto equilibrio.
La sua condizione di individuo è da ricercarsi nel suo essere artista. La sua stessa condizione intellettuale è nel gesto che modula la sua arte, che distrugge, ricrea e trasforma la materia, per un’azione pittorica viva e palpabile, drammatica e violenta.
In una concezione lirica dell’arte stessa tanto libera e autonoma, dissolutoria rispetto alla nozione ordinaria, l’artista chiede a chi osserva le sue opere una partecipazione altrettanto libera, così da poter cogliere il legame che Melchiorre cerca con la realtà.