Due stili e due linguaggi espressivi molto diversi fra loro tenuti tuttavia insieme dalla consapevolezza comune che il linguaggio dell’arte ha una forza inclusiva assoluta e straordinaria, capace di azzerare distanze culturali e sociali
“Memory of History”, progetto espositivo biennale ideato dagli artisti e Luo Qi e Giovanni Cerri, dopo aver inaugurato in Cina al Ningbo Art Museum nella provincia di Zehijang (14 febbraio – 14 marzo 2023), sarà contemporaneamente e al The Roof Art Museum nello storico Liangzhu Cultural Center di Hangzhou dal 16 maggio al 29 giugno, e in Italia al Centro Culturale di Milano dal 25 maggio al 16 giugno.
Le 24 opere esposte a Milano, oltre a sottendere il valore comune ai due artisti di “sentire” il richiamo dell’arte del passato come indispensabile premessa all’espressione contemporanea, mettono a confronto due stili e due linguaggi espressivi molto diversi fra loro, tenuti tuttavia insieme dalla consapevolezza comune che il linguaggio dell’arte ha una forza inclusiva assoluta e straordinaria, capace di azzerare distanze culturali e sociali.
Luo Qi, nato a Hangzhou nella provincia di Zhejiang nel 1960, offre una riflessione visiva sull’eredità dell’immagine medievale e sulla sua reinterpretazione contemporanea, che rinnovi quel tipo di patrimonio iconografico e lo riporti alla luce con nuovi tratti, nuove luci e nuove tonalità.
Nelle sue opere non traspare solo un’analisi dell’immagine medievale, ma una conoscenza del linguaggio dei gesti, dei simboli, dei colori.
L’approccio di Luo Qi, che riconosce al Medioevo una grande ricchezza di contenuti, non è storico, ma iconografico: questo permette all’artista di rivisitarlo esaltandone la ricchezza delle immagini e ricreando un suo “personale Medioevo”.
Giovanni Cerri, artista milanese classe 1969, rivisita il paesaggio urbano – sia quello riferito ad architetture di carattere storico, sia quello periferico, più “anonimo” – con l’aggiunta della tematica urgente e “mondiale” dell’emergenza climatica. Luoghi che ci appaiono sotto una nuova luce, inquietante nella sua caratterizzazione di un ambiente post-umano.
Scrive Martin A. Bradley nel suo testo in catalogo, “Giovanni Cerri di Milano e Luo Qi di Hangzhou lavorano all’interno di fuggevoli nozioni gemellate con la ‘storia’ e la ‘memoria’. Luo Qi lavora in modo da far riferimento al passato per ri-creare immagini che hanno molto in comune con la scrittura. Giovanni Cerri riproduce immagini di un possibile passato, proiettato in quello che appare un futuro distopico. Le mostre diventano testamento della malleabilità della nozione di storia”.
Luo Qi prende i suoi indizi visivi dalle immagini contenute nei manoscritti medievali e le rende sue portandole fuori contesto, ingrandendole, ricolorandole, reinterpretandole.
Giovanni Cerri ci offre invece una visione drammatica del paesaggio del futuro, tuttavia molto prevedibile sulla base di ciò che sta accadendo al nostro pianeta per mano dell’uomo. In queste sue nuove opere le tendenze del presente sono percepite dall’artista come altamente negative: le tinte desolate e le pennellate che lasciano colare il colore sulla tela sono gli “avvertimenti” pittorici di quello che il cambiamento climatico sta producendo sotto gli occhi di tutti noi.